EL CLASICO

gen
2013
30

scritto da on Home

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Mi sono molto divertito a vedere, in un bar della Ramblas, El clasico, versione semifinale di andata, giocata a Madrid, della Coppa del Re. Premessa: il ragionamento che tanto a Barcellona tutti hanno la televisione e quindi non sarà difficile trovar posto è  terribilmente  sbagliato. Intanto non tiene conto del fatto che a Barcellona posso esserci dei madridisti in trasferta, e poi chi l’ha detto che ragazzi e ragazze in libera uscita non abbiano piacere di condividere urla, applausi e fischi bevendo una birra? Conclusione, la partita me la sono vista 100 minuti in piedi, e hamburger y fritas y cerveza, in questi rari casi ordinati senza nessun senso di colpa nei riguardi di ogni possibile esame del sangue, sono arrivati ben oltre il quarto d’ora della ripresa. Però le fritas erano bollenti come piacciono a me … Dunque la partita comincia e dopo poco più di un minuto Piquet detto Shakira, fresco neopapà, commette falta con annessa ammonizione, naturalmente su CR7 lanciato a rete, il quale, ancor più naturalmente, oltre a non evitare l’evitabilissimo contatto col piede di Piquet, compie un balzo degno di Beamon alle Olimpiadi di Messico 68 per cercare di dimostrare che il presunto sgambetto è avvenuto dentro l’area. L’arbitro non ci cade. Notazione statistica, il secondo fallo del Barça è fischiato esattamente al sessantesimo minuto! Dunque, il Barça si schiera senza il Conte di turno in panchina, per motivi sfortunatamente più seri di quelli che hanno appiedato in biondo crinito nostro. Poi in campo nove giocatori e mezzo, più un provocatore. Quest’ultimo è Dany Alves, precisazione inutile per chiunque conosca un po’ di Liga. Il mezzo invece è il cartellino di Messi, perché lui ha deciso stavolta di non scendere in campo. Però il cartellino vale mezzo perché a fronte di tanto nome un difensore vicino il Real ogni tanto glielo schiera. Il Real invece si presenta in campo con 9 giocatori, un bandito e lui, CR7, che sembra sempre sul punto di fare sfracelli, però … Ah, il bandito è Xavi Alonso, che se non avesse fatto il calciatore avrebbe fatto il delinquente, o forse in realtà fa tutte e due le cose in campo.

Occasioni da una parte e dall’altra, più nette da parte blaugrana, ma un vantaggio del Real non griderebbe vendetta. Traversa su punizione di Xavi, e finisce il primo tempo. Possesso palla: inutile dire percentuali, chiunque leggesse questo saprebbe la risposta. La ripresa inizia con lo stesso copione, fino al gol del Barcellona. Dopo il quale per venti minuti l’unica cosa interessante è un recupero in situazione delicata di Piquet, che si fa anche male alle costole. Rialzandosi trova un accendino lanciatogli dagli spalti, e lo dà al mitico Puyol che lo butta via, invece  di ricamarci su qualche sceneggiata nel tentativo di guadagnarci qualcosa. La partita potrebbe essere cambiata da un episodio casuale, che con queste due squadre è sempre in agguato. E infatti succede, e non è Messi che decide di scendere in campo, ma un gol del Real. Chi si aspetta che questo cambi tutto si sbaglia di grosso. Il Barça accentua il controllo palla, costruisce un paio di occasioni, le sbaglia, e aspetta la gara di ritorno al Camp Nou. Il Real è visibilmente rassegnato. Dalla panchina nemmeno manette. Peccato che quando si rivedranno in campo  sarò rientrato in Italia.

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