Sant Jordi
2013
La probabilità di fissare una data qualunque per un blitz a Barcellona nella speranza, poi concretizzata, di chiudere un articolo, e di trovarsi all’arrivo in mezzo a una giornata eccezionale, è davvero piccola.. quante sono le giornate eccezionali in un anno? Eppure sono riuscito ad arrivare proprio il 23 Aprile, la diada de Sant Jordi. Sono arrivato sulla Rambla verso le tre, e mi ha accolto una allegra e incredibile confusione. Chiusa alle auto, la Rambla principale aveva per una volta messo da parte le attività turistiche tradizionali per far posto a libri e rose. La festa del santo patrono qui infatti ha praticamente preso il posto del giorno di San Valentino. Gli amati oggi si omaggiano, e la tradizione vuole che la dama cerchi un libro per il suo cavaliere, che ricambia con una rosa. Nel tempo la tradizione si è un po’ annacquata, nel senso che i cavalieri in genere regalano rose e libri… Scendere con la valigia per quasi tutta la Rambla (la Residencia d’investigadors è in Carrer Hospital, una traversa della Rambla che si trova sulla destra scendendo verso il mare, all’altezza della fermata metropolitana Liceu, quindi a più di metà strada) è stata un’impresa ardua, almeno fino al momento in cui mi sono reso conto che la strada era chiusa alle auto, e che quindi nelle corsie dei taxi si camminava con relativa facilità. Arrivato alla Residencia ho un po’ lavorato, per poi decidere di fare ancora una passeggiata, e scoprire che la folla delle sette di sera era ovviamente incomparabilmente superiore a quella delle tre del pomeriggio! Insomma, in certi momenti era come stare davanti a un semaforo rosso, non si riusciva ad avanzare. Eppure nonostante qualche reminiscenza agorafobica, in quella folla mi sono perso e divertito (per mezzora, non di più) e ho anche improvvisamente capito perché Barcellona è così speciale per me. Amo le città di mare, è un imprinting che viene dall’essere genovese. Cerco Genova dappertutto, lo so bene. Per questo mi piace Napoli, anche se non ci sto volentieri, credo che San Francisco sia la città più bella, struggente e decadente (in certe sue parti) che abbia mai visitato, mi piace Haifa che pure di bello ha quasi nulla, ho nel cuore Marsiglia. Le città di mare, tutte caotiche, sporche, ventose, intriganti. Ognuno con qualche sua caratteristica, SFO così snob da farci freddo d’estate e caldo di inverno, Napoli incomprensibile persino per i napoletani, Barcellona così candida e zoccola nello stesso tempo.
Ma perché questo amore così spiccato per la capitale della Catalunya? Non basta il mare, Gaudì, non bastano gli eccessi… finalmente l’ho capito ieri: San Giorgio! Arrivare qui, evidentemente, anche se non lo sapevo, ha lo stesso sapore di quando, arrivando a Genova e percorrendo la sopraelevata, vedo Palazzo San Giorgio e ne ammiro la facciata. Che, detto sinceramente, non mi interessa per nulla se è opera d’arte o banale schifezza, per me è Genova che mi saluta, e mi sorride pur rimproverandomi dolcemente perché vado a trovarla troppo poco spesso.
Col San Giorgio di Genova comincio ad avere dimestichezza pure io grazie ad un’amica blogger…