Correre, di Jean Echenoz
2013
Mi piacciono moltissimo questi libretti di Adelphi, una casa editrice senza la quale il mio mondo, almeno quello dei libri, sarebbe più triste e più povero. E in questo periodo storie brevi sono adattissime alla vita che faccio. Dunque non mi stupisce che anche questo di J. Echenoz mi sia piaciuto molto. Il libro parla della storia di Emil Zátopek, famosissimo corridore slovacco, vincitore di quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi, e detentore di numerosissimi record. Tanto per inquadrare il tipo, ha vinto a Londra la medaglia d’oro dei 10.000 correndo per la seconda volta una gara ufficiale sulla distanza! Oggi credo che questo sarebbe impossibile, data la incredibile specializzazione a cui si è arrivati negli sport, ma anche allora è stato un fatto sensazionale. Il libro narra la sua storia, e per far questo getta qualche sguardo, e forse qualcosa di più di uno sguardo, al mondo del tempo nella sua terra, quella Cecoslovacchia che viveva sotto il pugno di ferro (a volte anche di velluto, quando il ferro non era necessario) del regime comunista. Il testo si legge benissimo, è scritto ottimamente e credo possa interessare e divertire anche chi non ha mai fatto dello sport, attivo o soltanto spiato attraverso la frequentazione di stadi, la televisione o la lettura, una grande passione-magari nel mezzo di due letture molti più impegnative-. Sarebbe un buon libro, che però a mio avviso diventa ottimo per l’ultimo capitolo, che ho trovato assolutamente eccezionale. Non dico di che parla, per non anticipare le cose a qualcuno potrebbe decidere di leggerselo. Se ne può sempre parlare dopo!