Quattro etti d’amore, grazie, di Chiara Gamberale

mag
2013
16

scritto da on Recensioni

5 commenti

Quattro etti d’amore, grazie è l’ultimo romanzo di Chiara Gamberale, uscito davvero da poco e catturato al volo sull’Ipad, come al solito (devo riprendere l’abitudine di tenere in mano un libro qualche volta, magari quest’estate). Qui si raccontano le storie di due donne che si incontrano quasi quotidianamente al supermercato. Le loro vite sono molto diverse, una è un personaggio noto sul quale l’altra fa ovviamente delle fantasie, senza minimamente immaginare che la cosa è reciproca. Le loro storie sono assolutamente tipiche dei giorni nostri, l’una che si affanna per la famiglia e il lavoro e, pur pienamente inserita nella propria vita e consapevole di volerla come è, si rifugia poi su Facebook, dove in realtà la grande amicizia è un compagno di scuola ritrovato, chiaro segno di una fuga verso il passato piuttosto che verso qualcosa di differente. L’altra vive la vita annoiata di chi non ha bisogno di fare fatica a mettere un giorno dietro l’altro, e inconsciamente rimpiange il fatto di non aver ostacoli da affrontare. Il romanzo comincia e finisce raccontando queste due storie, che sono separate ma hanno anche forti interazioni.

Di Chiara Gamberale ho letto in passato Una vita sottile, Le luci nelle case degli altri, L’amore quando c’era (che è stato il libro che me l’ha fatta conoscere). Non ho problemi ad ammettere che CG mi piace parecchio. Intendo come persona. È palese in lei la contraddizione tra una vita apparentemente felice e fortunata, e la difficoltà che il vivere le comporta. Una vita sottile è un libro autobiografico, e parla della sua anoressia. Ho trovato in rete un’intervista televisiva in cui dichiarava di essersi sentita amata ma non capita in famiglia, e certamente il padre è stato una presenza molto ingombrante. Un’altra volta ha scritto che scrivere è il suo modo di rifugiarsi in qualcosa che le allontana le sue ansie. Che mi piaccia non mi stupisce, sono evidentemente attratto dalle personalità complesse, senza voler fare paragoni irriverenti,  non mi sembra un caso che i due personaggi che amo di più in ambito matematico siano Gödel e Nash, due tipi dal carattere certamente non facile e dalla vita piuttosto complicata …

Per questo non ho avuto esitazioni a prendere il nuovo libro di CG e a mettermi immediatamente a leggerlo: mi erano piaciuti i precedenti(con L’amore quando c’era in testa), mi piace lei. Devo dire però che la lettura è stata una cocente delusione. Non ho dubbi che se l’autore fosse stato un altro, avrei smesso di leggerlo. La prima parte mi è sembrata noiosissima. L’espediente (letterario) di mettere una lista della spesa a inizio capitolo mi ha dato quasi fastidio. Dalla metà in poi le cose sono andate un pochino meglio, ma devo confessare che non ricordo un libro aspettato con tanta trepidazione, cominciato con la più grande fiducia di cominciare una lettura interessante, e che quasi immediatamente mi sia sembrato così poco riuscito. Forse tra qualche mese riproverò a riprenderlo in mano. Però adesso la mia impressione di lettore è che lei abbia avuto un’idea letterariamente molto bella, che la trama e la struttura del romanzo siano interessanti, ma che poi il risultato tecnico sia notevolmente inferiore alle aspettative.

5 comments on “Quattro etti d’amore, grazie, di Chiara Gamberale

  1. polimena on said:

    Me lo hanno regalato in cartaceo la settimana scorsa e ho iniziato a leggiucchiarlo qua e là. Non sembrava male ma io della Gamberale non ho mai letto nulla, quindi non mi aspetto nulla. Ti dirò, se lo finisco….

  2. admin on said:

    Non riesco a capire perche’ ho avuto questa reazione di rigetto… l’idea del libro e’ buona, il minuetto dei due racconti intrecciati forse non originalissimo ma espediente letterario buono in questo caso…mi sembra la mia una reazione da “innamorato” deluso. Lei sperimenta cose moderne (uno e’ fatto di mail e sms, certo non una novita’ asosluta ma forse in Italia si’) insomma ci sa fare, ma stavolta mi aspettavo molto di piu’. Forse ho preteso troppo

  3. stravagaria on said:

    Ho letto solo “L’amore quando c’era” e mi era piaciuto. Diciamo che la tua recensione non è propedeutica ad un acquisto d’impulso…

  4. admin on said:

    Beh Viv, invece il tuo parere mi interesserebbe eccome. Come dicevo a Polimena non capisco tanto bene questa reazione che mi sembra un po’ sproporzionata. Mafedele alle mie reazioni alla lettura…

  5. polimena on said:

    Ho riletto la tua recensione dopo aver letto il libro. Su qualche punto sono d’accordo con te ma, forse proprio grazie alla tua recensione, sono partita “con il freno a mano tirato” e alla fine ho apprezzato il libro. Non conoscevo l’autrice se non per fama, ora mi sono scaricata “Le luci nelle case degli altri” e poi mi farò un’idea più chiara su di lei.

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